Ministro Foti: "Altro che spallata è stato un perfetto autogol"
10 giugno 2025
(intervista di Repubblica al Ministro Tommaso Foti)
"La sinistra ha preso una cinquina che in confronto quella dell'Inter era una carezza", gongola Tommaso Foti, big di FdI, ministro degli Affari europei e, detto per inciso, vista la metafora calcistica, tifoso nerazzurro. "Quando fai un referendum su leggi in vigore da parecchi anni la gente si domanda: perché non le hai cambiate quando eri al governo? Se poi chi ne chiede l'abrogazione è anche chi politicamente ne ha voluto a suo tempo l'approvazione, la manovra risulta contraddittoria».
Sono comunque andati a votare in 14 milioni, ribatte adesso Schlein.
"Ma tra i votanti diversi hanno detto no. E il dato secco è questo: i quesiti non hanno smosso oltre i due terzi degli italiani".
I leader del centrosinistra parlavano di spallata al governo.
"Le spallate quando vengono molto annunciate in genere finiscono per produrre una lussazione della spalla a chi le vuol dare. Anche in questo caso la regola si è confermata: come i pifferai di montagna, partirono per suonare e finirono suonati. Sono convinto poi che i toni così animosi, politicizzati, abbiano scoraggiato qualche cittadino che altrimenti sarebbe andato a votare. Penso anche all'invito al voto durante la manifestazione per Gaza: non credo che nella striscia discutano di Jobs Act. È stato poco commendevole".
Tajani adesso sostiene che sia necessario cambiare le regole per i referendum, alzando la soglia delle firme. Fdl è d'accordo?
"Senza dubbio la procedura online facilita la raccolta firme. Ma non è il caso di parlare ora di come cambiare le leggi sui referendum. Commentiamo questo di referendum, che per la sinistra doveva essere prima un voto contro La Russa, poi contro Meloni. Alla fine, un autogol".
D'accordo, l'obiettivo del quorum è stato un fiasco. Ma l'opposizione non ha dato comunque prova di unità?
"A dirla tutta, il campo largo mi sembra un campo minato, sono cominciati i bombardamenti tra i vari partiti, al loro interno. Perché alla fine qualcuno la responsabilità di questo fallimento se la dovrà intestare".
E secondo lei di chi è?
"Dei leader, che hanno messo il cappello su una battaglia sindacale di Landini. L'hanno quasi scavalcato e sono finiti in una secca. Detto questo, massimo rispetto per chi è andato a votare, come per chi legittimamente è rimasto a casa".
A proposito di referendum, quello sul premierato si terrà ormai nella prossima legislatura?
"Prima va approvata la riforma e poi va capito se miracolosamente non richiederà un referendum".
Sembra difficile.
"Infatti ho detto miracolosamente. Vedremo come si svilupperà la questione, dipende dall'iter dei lavori parlamentari, che deve essere indirizzato dai gruppi di Camera e Senato, non dal governo. Ma non confondiamo un referendum abrogativo con uno costituzionale".
FI non ha appoggiato il quesito sulla cittadinanza, come il resto del centrodestra. Ma Tajani è subito tornato a insistere sullo ius Scholae. Fdl che ne pensa?
"Io parlerei del quesito che non è passato, non troverei pretesti per dire che il centrodestra è diviso. Circa il 35% ha bocciato la proposta. Significa che perfino nel centrosinistra molti sono contrari a cambiare la legge sulla cittadinanza".
Archiviato il referendum, in maggioranza va trovato un accordo sul terzo mandato dei presidenti di regione. La Lega insiste, Fdl apre o è solo tattica?
"La questione andrà posta a livello parlamentare se e quando ci sarà un consenso largo in maggioranza. Noi abbiamo detto che siamo disposti a discuterne, che non abbiamo preclusioni, proviamo a vedere se vi è una conclusione di questa vicenda".
In tempo per queste regionali, insomma anche per il Veneto di Luca Zaia?
"I tempi sono stretti. Però è vero anche che le regole devono servire sempre a più soggetti possibili. Si vedrà quali sono i calendari parlamentari. E che tipo di opposizione c'è su questo argomento".
(intervista di Lorenzo De Cicco, la Repubblica)