22 febbraio 2011
Oltre 1360 casi trattati nel 2010, il 90% risolti con successo impiegando mediamente 66 giorni. La sicurezza sociale (34% dei casi), il diritto di soggiorno (23%) e il riconoscimento delle qualifiche professionali (16%) sono i settori dove cittadini e imprese hanno incontrato i maggiori problemi. Lo rivela il Rapporto annuale del SOLVIT 2010, pubblicato dalla Commissione europea.
La rete SOLVIT, creata nel 2002 per aiutare i cittadini e le imprese a superare i problemi pratici dovuti alla non corretta applicazione del diritto UE da parte delle amministrazioni nazionali, si rivela anche quest'anno uno strumento di assistenza e consulenza molto efficace: più rapido rispetto alle vie legali (il tempo medio di trattazione dei casi è stato di 66 giorni) oltre che gratuito.
Nel 2010, i casi affrontati dai centri SOLVIT sono stati 1363, in leggero calo rispetto al 2009 quando è stata raggiunta la quota record di 1540 casi determinata soprattutto dall'alto numero di reclami nel Regno Unito riguardanti il diritto di soggiorno per familiari non-UE di cittadini europei. Tale problematica si è fortemente ridimensionata lo scorso anno dopo che le autorità britanniche hanno introdotto nuove misure, dimostrando come il SOLVIT possa aiutare a far emergere e superare problemi strutturali di applicazione delle norme europee.
Oltre i casi trattati, la rete SOLVIT ha ricevuto anche circa 2500 richieste di intervento non rientranti nelle competenze del SOLVIT. I centri nazionali, in ogni caso, hanno aiutato cittadini e imprese a rivolgersi presso le autorità competenti o a trovare una soluzione al problema sollevato.
L'Italia con oltre duecento casi trattati è il quarto Paese per numero di reclami, preceduta da Regno Unito, Francia e Spagna. I quattro Paesi rappresentano oltre il 50% dei casi complessivamente affrontati dalla rete SOLVIT. Dei casi aperti contro le amministrazioni italiane, SOLVIT Italia ne ha risolti positivamente oltre il 90%, ottenendo un coefficiente superiore alla media europea.
Più del 70% dei 1363 casi riguardano tre settori: la sicurezza sociale (471 casi), dove sono emersi problemi relativi al riconoscimento della pensione in altri paesi UE e alle cure mediche fuori dal Paese d'origine, il diritto di soggiorno (306 casi) e il riconoscimento delle qualifiche professionali (220 casi) dove l'Italia copre il 13% dei casi gestiti dietro solo a Spagna (29%) e Francia (15%).
Cresce in Italia anche il numero di casi relativi alla registrazione di veicoli acquistati o immatricolati in un altro Paese UE. L'intervento del SOLVIT Italia risulta decisivo per superare le lunghe, complesse e onerose procedure di immatricolazione.
SOLVIT è uno strumento a disposizione di cittadini e imprese, ma queste ultime sembrano ancora ignorare la rete e le sue potenzialità: appena 167 i casi presentati (poco più del 12% del totale dei casi). La Commissione europea incoraggia ogni iniziativa volta a favorire una crescita del SOLVIT anche presso il mondo imprenditoriale. Nel 2009, un sondaggio tra le aziende ha messo in luce come l'83% delle imprese interpellate sarebbe ricorsa al SOLVIT se ne fosse stata a conoscenza.
Esempi di casi italiani:
SOLVIT aiuta una società di rifiuti italiana a continuare ad operare in Polonia
Una società italiana operante in Polonia in quattro discariche ha dovuto chiedere una nuova autorizzazione per continuare ad operare in una delle discariche, per effetto di una nuova legge introdotta nel Paese. L'autorità locale polacca ha rifiutato l'autorizzazione, sebbene fosse stata già concessa dal ministero polacco dell'Ambiente. L'intervento del Solvit ha favorito il dialogo tra le diverse autorità competenti e una risoluzione positiva del caso. L'autorità locale alla fine ha emesso un'autorizzazione che consente alla società di proseguire la propria attività.
SOLVIT aiuta una società del Liechtenstein ad offrire servizi di trasporto denaro e valori attraverso l'Italia
Una società, legalmente stabilita in Liechtenstein, ottiene un contratto di trasporto valori e contanti che prevede l'attraversamento del territorio italiano. Ma le autorità del nostro Paese si rifiutano di autorizzare il servizio sostenendo che la compagnia è stabilita al di fuori dell'Unione Europea. Grazie all'intervento del SOLVIT, il Ministero dell'Interno italiano riconosce che il Liechtenstein fa parte della Area Economica Europea e che deve essere, quindi, trattato alla stregua delle società dell'UE.
SOLVIT aiuta una compagnia danese ad ottenere un rimborso IVA
Una società danese, membro di un consorzio europeo con base in Italia, chiede all'Agenzia delle entrate italiana un rimborso IVA per fatture emesse nel 2007. Nonostante la presentazione della documentazione necessaria, le autorità italiane rifiutano il rimborso. Dopo l'intervento del SOLVIT le autorità italiane esaminano nuovamente la richiesta. Si accerta che il rifiuto era stato determinato dalla scarsa chiarezza della documentazione, da cui non risultava palese che l'acquisto era stato effettuato sul territorio italiano. Grazie al Solvit, l'IVA è stata rimborsata.